venerdì 2 ottobre 2009

The Blue Bird - Charles "Hank" Bukowski

Oggi le parole spese, malamente o no, non sono le mie. Le parole spese sono di uno scrittore coscente di esserlo fin da quando aveva tredici anni. Di un tizio che si pensava (e secondo me ancora si pensa) fosse soltanto un rozzo ubriacone. E non un poeta. Di un tipo che in apparenza era sciatto. Vuoto. Ed invece al suo interno aveva della bellezza. Della bellezza che aveva paura di esternare. Mostrarla agli altri. Altri che, nel suo tipo di mondo, non avevano, evidentemente, gli occhi giusti per poterla apprezzare. Allora, nel buio di una solitaria stanza ai confini della povertà, ecco che la luce della sua bellezza interiore, rischiarava quel tempio di indigenza facendogli compagnia.

Guardando in giro tanta gente ben vestita e dedita allo sviluppo costante ed incessante della cultura delle apparenze, mi domando quanta bellezza si portano dentro. Sarà poi vero che quando uno si guarda troppo fuori, non vede i disastrosi effetti che tale politica dell'esterno provoca al suo spirito? Sarà direttamente od inversamente proporzionale questo rapporto tra esterno ed interno? Io dico che... dipende. Però un minimo di equilibrio ci deve essere.
Come diceva il professore a Zanardi in Verde Matematico del grande Andrea Pazienza "Eppure, caro Zanardi, esistono delle regole che ci vietano di confidare in un miracolo; è assurdo pensare di potersi ritrovare un giorno improvvisamente colti se non si è mai letto un libro, oppure rispettati, quando ci si è sempre comportati ingiustamente. Questi sono miracoli che non possono accadere...così come dal giallo con l'azzurro nascerà sempre il verde, e non il rosa o il marrone...il verde è matematico, ricordalo Zanardi...".
Bisogna coltivarle certe tendenze al bello interiore... come ci si cura delle mani, delle sopracciglia, and so on.

Purtroppo per voi... ci sono state, alla fine, anche le mie banali parole... usate tanto per usarle. Vi lascio alla lettura per la quale vi ho scomodato e per la quale ho richiesto un po' del vostro prezioso tempo.
That's all FOLKS

Un uccello azzurro

nel mio cuore c’è un uccello azzurro che
vuole uscire
ma con lui sono inflessibile,
gli dico: rimani dentro, non voglio
che nessuno ti
veda.

nel mio cuore c’è un uccello azzurro che
vuole uscire
ma io gli verso addosso whisky e aspiro
il fumo delle sigarette
e le puttane e i baristi
e i commessi del droghiere
non sanno che
lì dentro
c’è lui

nel mio cuore c’è un uccello azzurro che
vuole uscire
ma io con lui sono inflessibile,
gli dico:
rimani giù, mi vuoi fare andar fuori
di testa?
vuoi mandare all’aria tutto il mio
lavoro?
vuoi far saltare le vendite dei miei libri in
Europa?

nel mio cuore c’è un uccello azzurro che
vuole uscire
ma io sono troppo furbo, lo lascio uscire
solo di notte qualche volta
quando dormono tutti.
gli dico: lo so che ci sei,
non essere
triste

poi lo rimetto a posto,
ma lui lì dentro un pochino
canta, mica l’ho fatto davvero
morire,
dormiamo insieme
così col nostro
patto segreto
ed è così grazioso da
far piangere
un uomo, ma io non
piango, e
voi?

3 commenti:

  1. Cercavo un po' di Bukowski ed ero sicura di trovarlo dalle tue parti!

    Thanks!
    Lu

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  2. E' in assoluto una delle più incantevoli poesie mai lette. E' stato capace di cambiarmi la vita, di portarmi in vicoli bui...ma veri.

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  3. scusatela domanda che può sembrar banale ma, Bukowski che intendeva come "bluebird", un uccello azzurro o un pettirosso? perché ho trovato diverse traduzioni in cui il bluebird è un pettirosso!
    grazie

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